A cosa serve un consulente finanziario?

È diffusa nell’immaginario collettivo l’idea che il consulente finanziario sia quella figura che sappia perfettamente ed in ogni momento su quale titolo investire, quando entrare e quando uscire dal mercato. Una persona dotata in un certo qual modo di un dono, di un sesto senso che dispensa (se con priorità per qualcuno dei suoi clienti o unanimemente sarà poi da approfondire e verificare) “soffiate” sul nome giusto del titolo che sbancherà tutto.

Ovvio che non sia così

Ammesso e non concesso che possa esistere un individuo con tali caratteristiche, se il consulente finanziario avesse tutte queste informazioni e competenze non avrebbe assolutamente bisogno di esercitare la professione ma starebbe semplicemente tutto l’anno al caldo sulla sua isola privata, a fare 1-2 operazioni al giorno con il proprio patrimonio mentre si sorseggia un cocktail alla frutta.

Il vero VALORE

Il vero valore che un consulente può offrire è un altro e si identifica in 3 punti sostanziali:

  1. aiutare a capire ed individuare gli obiettivi finanziari che si vogliono raggiungere
  2. costruire un piano finanziario che permetta realmente di realizzarli evitando rischi non gestibili o errori irrimediabili spesso tipici del “fai da te”
  3. guidare i comportamenti durante il percorso per non far commettere azioni deleterie dovute alle emozioni che rischiano di vanificare tutto quanto costruito in precedenza

È appurato che è la combinazione di questi 3 elementi che genera il risultato, sia sotto forma di performance che di tranquillità durante il periodo di investimento. Servono tutti come se fossero le tre gambe di uno sgabello: se ne manca una il costrutto non regge.

Una questione di cultura

Dai risparmiatori questo valore rimane per ora in larga parte né ricercato né a volte tantomeno percepito quando lo incontrano. Viene ricercato continuamente colui o colei che promettono i rendimenti più alti nel minor tempo possibile senza analizzare minimamente quali possono essere i rischi che si stanno assumendo. È un atteggiamento perfettamente normale quando per 40 anni tanti promotori hanno venduto (perché in questo caso, lo dice la parola stessa, di vendita e promozione si tratta e non di consulenza!) ai loro clienti il proprio “tocco magico”.

Sono stati fatti molti danni e purtroppo, finché non cambierà la cultura e l’educazione finanziaria dei risparmiatori, molti altri ne verranno ancora fatti… non c’è MIFID che tenga!

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